Ufficio Postale di Villa Falletto - Cuneo
Progettare e costruire nel cuneese
Questo edificio è situato in una cittadina in cui, al dominante carattere rurale, tipico di una solida cultura contadine che è stata capace di elaborare proprie forme architettoniche, si affianca e si sovrappone, attraverso un processo di contaminazione e modificazione dei caratteri originari, l’immagine altrettanto forte e decisiva della fabbrica. L’azienda agricola e l’opificio, caratterizzati da propri elementi formali, introdotti nel corso della seconda metà dell’Ottocento, hanno modificato l’immagine architettonica fino ad allora prevalente nella regione. In particolare, nella zona del Cuneese, abbiamo riscontrato analogie di crescita e trasformazione proprie della cultura contadina così come di quella industriale. Il muro in cotto o in pietra, il tetto a falde coesistono con la capriata in ferro, con la presenza di ciminiere, pensiline o altri elementi tipici dell’architettura in ferro e vetro caratterizzante il processo di industrializzazione che agli inizi del secolo ha interessato anche questa città. Una nostra precisa volontà è stata quella di ribadire questi caratteri, non usandoli o riproponendoli come citazioni vernacolari e tantomeno “colte”, ma piuttosto per quella loro qualità di “tracce storiche”, spie di una trasformazione, conservatesi ed elaboratesi attraverso continue contaminazioni.
Gli edifici per le Poste
Queste preesistenze architettoniche e culturali sono state inoltre elaborate alla luce di tutto quel patrimonio di forme proprie dell’architettura italiana moderna, particolarmente del razionalismo italiano degli anni trenta, nel corso dei quali sono stati progettati e realizzati i più interessanti e importanti palazzi postali italiani. Abbiamo cioè ricondotto sia l’architettura del mattone che l’architettura in ferro e vetro all’interno di un sistema di riferimento e di controllo formale che rappresenta tuttora il momento più alto di elaborazione architettonica in questo settore.
Questo si esplicita nel ricorso a sistemi simmetrici, nell’uso di una geometria capace di misurare, ritmare e organizzare gli spazi di lavoro, infine nella scelta di adottare elementi formali caratteristici del Razionalismo come pilastrature semplici, reticoli di travi e pilastri, piccole bucature rigidamente quadrate, ecc. La differenziazione dei quattro prospetti è qui risolta nell’ambito di precise simmetrie sulla base delle quali si raggiunge una corrispondenza fra i due prospetti laterali da un lato e il fronte e il retro dall’altro, sottolineato dalla esasperata modularità che impone la sua regola e il suo ordine alla singola bucatura come alla intera facciata.
I prospetti laterali sono costruiti ciascuno su una coppia di quadrati, della quale uno è una sorta di scacchiera costituita da un intervallarsi di pieni-vuoti, l’altro è formato da un telaio quadrato realizzato con travi e pilastri in ferro, che si distacca, creando un percorso pedonale, da una parete piena in muratura. Se la conformazione è uguale in entrambi i prospetti, è proprio attraverso la scelta dei materiali che si costruiscono quelle relazioni con l’intorno dell’edificio, con la storia, la tradizione e l’architettura dei luoghi.
Al prospetto realizzato interamente in mattoni a vista e segnato dalla presenza di una ciminiera, che anche a Villa Falletto rappresenta un elemento caratteristico del paesaggio urbano, si contrappone un prospetto interamente realizzato in marmo, che rappresenta una precisa rilettura, dichiarata, di alcuni dei più belli edifici postali storici, particolarmente dei due palazzi postali romani dell’Eur, dei BBPR e dell’Aventino di A. Libera. Analogamente sono stati pensati e organizzati i prospetti sul fronte e sul retro. Al rivestimento in marmo del primo corrisponde sul retro un rivestimento in pannelli prefabbricati di identiche dimensioni, ma disposti allineati, mentre i primi sono sfalsati.
Le immagini dell’abitare e del lavorare vengono così ulteriormente rafforzate dal differenziarsi delle coperture, coppi alla piemontese e lastre di eternit, che individuano, anche volumetricamente, due situazioni diverse. La complessità di questo edificio è sostanzialmente compresa nella diversità di rimandi e relazioni costruite attraverso l’ordine geometrico e compositivo imposto a tutto il sistema, che costituisce non solo l’organizzazione funzionale e l’equilibrio degli spazi di lavoro e di fruizione ma presiede anche alla definizione dell’immagine, al suo manifestarsi secondo una legge.
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